Gli extracomunitari hanno il censimento lungo.
Quindi passo più tempo nelle loro case e divento loro amico, seppur forzato.
Quando entro i bambini, gli extracomunitari hanno sempre bambini, sono svelti, attenti, mi girano intorno, mostrano e ascoltano, giocano, sono fantastici quei bambini, penso.
Ma siccome il censimento non finisce mai arriviamo al punto che io sono una cosa in mezzo al loro spazio, la situazione è quella di genitori che mi rispondono a pezzetti parlando altre lingue con i bambini giustamente inferociti dal momento che non finisce mai.
Piangono, gridano, sono stanchi.